martedì 16 agosto 2016

Je/Ich

Es gibt etwas, das Kafka mit Proust gemeinsam ist, und wer weiß, ob dieses etwas sich irgendwo sonst findet. Es handelt sich um ihren Gebrauch des 'Ich.' Wenn Proust in seiner Recherche du temps perdu, Kafka in seinen Tagebüchern Ich sagt, so ist das bei beiden ein gleich transparentes, ein gläsernes. Seine Kammern haben keine Lokalfarbe; jeder Leser kann sie heute bewohnen und morgen ausziehen. Ausschau von ihnen halten und sich in ihnen auskennen ohne im mindesten an ihnen hängen zu müssen. In diesen Schriftstellern nimmt das Subject die Schutzfärbung des Planeten an, der in den kommenden Katastrophen ergrauen wird.

Walter Benjamin

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C'è qualcosa di comune tra Kafka e Proust, e chissà se questo qualcosa si trova da qualche altra parte. Si tratta del modo in cui usano "io". Quando Proust nella sua Ricerca del tempo perduto o Kafka nei suoi diari dice io, in entrambi è un io ugualmente trasparente, vitreo. Le sue camere non hanno un colore locale; ogni lettore può abitarle oggi e traslocarne domani. Può continuare ad osservarle e riuscire a conoscerle senza dover minimamente affezionarvisi. In questi scrittori il soggetto assume la colorazione protettiva dei pianeti, che nelle imminenti catastrofi è destinata a volgere al grigio.

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